L'IS può essere considerato uno Stato?

discussioni sulla qualifica dell'IS

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. loasi
     
    .

    User deleted


    In proposito avevo scritto l'articolo Il nome conta. Si evince che l'IS (o GTL come avrei voluto chiamarlo io) punta al riconoscimento di se stesso come Stato a tutti gli effetti e nel mio articolo criticavo l'accettazione di questa loro ambizione già nel nome. Tuttavia come analisti siamo costretti a considerare anche le situazioni de facto e quindi ci chiediamo: l'IS ha titoli per considerarsi uno Stato? Chiaramente per l'Occidente resta uno Stato terrorista o un rogue state almeno finché non ci facciamo proficui affari anche noi oltre a quelli che comprano il petrolio rimpinguendo le casse dell'organizzazione terroristica. Anche se dovesse essere per uno uno stato canaglia non conta: la questione è se effettivamente ha le carte per essere stato o no.

    Per la discussione vi invito alla lettura di questo articolo intitolato Convenzione di Montevideo: Isis è uno “stato”? e il suo seguito Il ritorno di John Cantlie in Dabiq: le ambiguità dell’Occidente legati dal filo conduttore dei ragionamenti fatti dal giornalista John Cantlie ("John can't lie" cioè John non può mentire altrimenti muore e ovviamente la verità è quella che la propaganda del DAESH vuole) proprio a proposito della qualifica di stato. In particolare i ragionamenti sono esposti in due numeri della rivista Dabiq che vi ho detto in Generale/Links come reperire specificando che non è per menti e cuori deboli, quindi se non siete già vaccinati e avvezzi ad analizzare le cose con freddezza vi sconsiglio di scaricarle e leggerle (sono in inglese non in arabo: l'aspetto mediatico e globalista o internazionale della propaganda dell'IS è qualche altra cosa su cui riflettere).

    John Cantlie scrive:
    CITAZIONE
    Per quanto scomodo possa essere per molti in Occidente, ci sono poche ragioni per cui lo Stato Islamico non debba essere considerato uno stato

    Altre osservazioni e link che potete leggere sul blog su linkato portano alla conclusione che il GTL miri ad essere riconosciuto come stato da organismi internazionali e altri stati. Questa è la loro ambizione e se leggiamo altri articoli, per esempio Islamic State and the idea of statehood e We Must Treat ISIS Like a State to Defeat It (già nel 2014 il riconoscimento veniva considerato ipoteticamente vantaggioso per sconfiggere l'IS) capiamo che la pretesa è considerata seriamente e altrettanto dovremmo fare noi.

    Consideriamo la convenzione di Montevideo: IS ha territori con una popolazione permanente, ha una forma di governo cioè un modo attraverso il quale amministra il territorio e fa le leggi del territorio (gli viene gratis dalla Shari’a). Gli manca un territorio definito perché i combattimenti passati e quelli presenti non permettono di dire che ha un territorio stabile e sicuro, tuttavia se leggere l'art. 3 arrivate alla conclusione che possono dire di avere un territorio di cui stanno difendendo l'integrità e l'indipendenza, violate in contravvenzione dell'art. 11. Per quanto riguarda la capacità di entrare in relazione con altri stati sembra che stiano facendo sforzi proprio per far apparire che ciò accade. Per l'art. 3 della convenzione di Montevideo non è necessario che altri stati lo riconoscano. Inoltre per l'art. 6 una volta avvenuto il riconoscimento è irrevocabile. Concludo facendovi notare l'art. 7,
    CITAZIONE
    The recognition of a state may be express or tacit. The latter results from any act which implies the intention of recognizing the new state.

    Nel momento in cui Holland ha detto di essere in guerra con il Daech, sigla che in arabo contiene proprio la parola Stato, di fatto ha dichiarato guerra a uno Stato, cioè ha dato il primo riconoscimento implicito. Altro riconoscimento implicito lo troviamo nei media che hanno parlato del bombardamento della capitale Raqqa: una capitale è capitale di uno stato. È un altro riconoscimento implicito.

    Gli rimane solo il punto d) dell'art. 1.

    Ora guardiamo ai fatti recenti in quest'ottica: attacco (riconosciuto come attacco di uno stato a cui bisogna reagire dichiarando guerra), stato di terrore, emergenza e quindi intervento militare (guerra) contro lo Stato Islamico. Bombardamenti e via dicendo. Con o senza combattimenti stivali a terra si arriverà al punto che qualcuno, forse l'IS stesso, vorrà trattare una tregua (è già stato paventato ... !FONTE!). Nel momento in cui si negozierà qualcosa, qualunque cosa, ecco che varrà anche il punto d) dell'art. 1 e appellandosi alla convenzione di Montevideo potranno giuridicamente dichiararsi Stato.

    Fate caso al fatto che il riconoscimento implicito è fornito dall'Occidente stesso e che è improbabile che gli analisti non abbiano pensato a questo scenario e quindi in realtà lo si vuole far diventare uno Stato e ciò fa scopa con l'articolo linkato sopra dove si ipotizza che sia un modo per sconfiggerlo. Infatti è paradossale ma è così: una volta stabilito che siamo di fronte a una minaccia che viene da uno Stato abbiamo più libertà di agire, mentre se è terrorismo che si nasconde non possiamo colpire in modo indiscriminato perché siamo su uno stato contro cui non siamo in guerra aperta (la Siria di Assad che è diventato un interlocutore almeno di certi soggetti) e dal quale anzi ora cerchiamo supporto. Se è uno stato possiamo fare un embargo che è contro uno stato canaglia non contro un povero stato che ha avuto la sfortuna di avere il terrorismo sul suolo un po' come noi in Italia che abbiamo la mafia. (Questo è un punto di vista diverso da quello espresso nell'articolo di mcc43 che invece in pratica dice - interpreto - che si punta all'istituzionalizzazione non per schiacciarlo ma per imparare a convinverci e sfruttarlo per gli interessi occidentali)

    Insomma ci sono più opzioni e sembra che gli obiettivi dell'IS possano essere quelli dell'Occidente e viceversa: le idee dietro certe azioni sembrano svelare questa strategie e queste idee.

    Cosa ne pensate? Cos'altro si può considerare? Cosa si può dire ancora? Qual è il ruolo di Assad e delle potenze che lo benvogliono? Come sono mutati gli assetti e gli interessi in relazione alla Siria di Assad?

    P.S.: È chiaro che il nuovo stato non avrà i confini decisi nell'accordo Sykes-Picot: dobbiamo ridisegnare le cartine e insegnare una diversa geografia... In realtà avremmo dovuto farlo da tempo visto che i confini decisi hanno soddisfatto logiche occidentali ma ignorato quelle locali e questo ha complicato non di poco la situazione di una zona già difficile.

    Edited by loasi - 23/11/2015, 18:51
     
    .
0 replies since 22/11/2015, 14:46   70 views
  Share  
.